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Legge sui defibrillatori nei luoghi pubblici

I punti fondamentali della legge

Il disegno di legge che prevede la definizione di un programma pluriennale per la progressiva diffusione e l’utilizzo dei defibrillatori è finalmente in sede deliberante del Senato. Questa notizia è stata piacevolmente accolta da Avis Meda, che ormai da parecchi anni si fa portavoce dell’importanza di avere defibrillatori semi-automatici esterni (noti come DAE) capillarmente distribuiti sul territorio e di formare quanti più cittadini possibili all’utilizzo degli stessi. 

Soccorrere chi sta male non è un compito solo per i nostri volontari in divisa, ma anche un semplice cittadino può svolgere un ruolo cruciale nel salvare delle vite. 

L’importanza di un intervento immediato

L’arresto cardiaco è classificabile come una emergenza tempo-dipendente: dal momento in cui si verifica le possibilità di sopravvivenza diminuiscono del 10% ogni minuto che passa. L’intervento dell’astante risulta quindi fondamentale poichè l’esecuzione del massaggio cardiaco corretto associato all’utilizzo del defibrillatore entro 3-5 minuti dal collasso può aumentare le possibilità di sopravvivenza del 50%.

All’interno del concetto della “catena della sopravvivenza”, nella quale tutti gli anelli di cui è composta sono ugualmente importanti, colui che rileva l’arresto cardiaco può essere protagonista dei primi tre. L’astante, infatti, è colui che può per primo chiamare i soccorsi, iniziare le compressioni toraciche e utilizzare un DAE. La catena poi si completa con l’intervento dell’assistenza medica avanzata.  

Data l’importanza di un intervento immediato, nel testo del disegno di legge è previsto che l’uso del defibrillatore sia consentito a chiunque rilevi l’accaduto anche senza aver ricevuto una formazione specifica nelle attività di rianimazione cardiopolmonare. Il personale non formato non potrà infatti più essere punibile penalmente poiché l’atto rientra nella nozione di stato di necessità di cui l’articolo 54 del codice penale.

Inoltre, nel testo di legge si trova anche il progetto di sviluppare un’app che permetta all’utente di geo-localizzare il DAE più vicino così da ridurre al minimo possibile i tempi di trasporto del dispositivo sul luogo dell’accaduto.

Il progetto “Meda Città Cardioprotetta”

Avis Meda negli anni ha, inoltre, organizzato diversi corsi di abilitazione all’utilizzo del DAE insegnando il protocollo di intervento per il riconoscimento dell’arresto cardiaco e le manovre di rianimazione cardiopolmonare. Le lezioni sono state aperte alla cittadinanza, alle società sportive, alle forze dell’ordine e alla protezione civile.

Educazione a partire dai più piccoli

Un altro punto del disegno di legge, ritenuto di primaria importanza in Avis Meda, concerne le iniziative di formazione in ambito scolastico sulle tecniche di rianimazione cardiopolmonare di base, facendo anche riferimento alla generalità delle tecniche di primo soccorso.

Avis Meda si è sempre proposta di sensibilizzare, istruire ed educare al primo soccorso, in maniera strutturata e costante, la cittadinanza proprio a partire dai più piccoli. L’associazione ogni anno organizza diverse lezioni nelle scuole secondarie di primo e secondo grado, con il programma, fermato dalla pandemia, di estenderli anche nelle scuole primarie.

In tutti questi incontri, i punti a cui è dato più rilievo sono tre grandi emergenze tempo-dipendenti in cui solo colui che rileva l’accaduto può davvero fare la differenza prima che arrivino i soccorsi: le emorragie massive, l’ostruzione delle vie aeree da corpo estraneo e l’arresto cardiaco.

Siamo fiduciosi che questo disegno di legge possa diffondere maggiormente la cultura del primo soccorso su tutto il territorio italiano così che si possano salvare più vite nel futuro. In ogni caso la nostra attività, ormai consolidata, non farà altro che continuare e migliorare sempre di più grazie al prezioso contributo dei nostri volontari, che vengono costantemente formati in questo senso.

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